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Gennaio Slovenia e Trieste

Archivio fotografico > 2019
Dal 2 al 5 Gennaio tra freddo e cultura
Lubiana
Capitale della Slovenia
DescrizioneLubiana è la capitale e la più grande città della Slovenia. È conosciuta per la popolazione studentesca delle sue università e per gli spazi verdi, incluso il Parco Tivoli, il più vasto della città. Lungo le sponde del fiume Ljubljanica si allineano i caffè all'aperto. Il fiume divide la parte vecchia della città dalla zona più commerciale. Lubiana ospita molti musei, tra cui il Museo Nazionale della Slovenia, a carattere storico, e il Museo d'Arte Moderna, che espone dipinti e sculture dell'arte slovena del XX secolo.
Altitudine: 295 m

Secondo un’antica leggenda, in una palude in cima al monte Konjice, non lontano dall’odierna Celje, viveva un tempo un enorme drago. Ogni venerdì, il parroco della chiesa doveva portargli del cibo in offerta per convincerlo a restare nella sua tana. Ma talvolta neanche l’offerta settimanale riusciva a trattenere la creatura, che spiegava le ali e volava via terrorizzando gli abitanti. Ogni volta che ciò accadeva, una violenta tempesta si abbatteva sulle terre intorno al monte Konjice, e gli abitanti dovevano correre a mettersi in salvo dai forti venti e dalla pioggia battente.

Oggi la Slovenia è un paese di grandi foreste e splendidi paesaggi di natura incontaminata, dove si fa davvero tanto per salvaguardare l’ambiente e la biodiversità. È una nazione moderna, che investe molto in ricerca e sviluppo (più dell’Italia secondo il Global Innovation Index) ed è fra i migliori paesi al mondo per parità di genere. Ma la Slovenia è attenta a conservare anche la sua tradizione di miti e leggende, che affonda le radici in credenze antichissime. E che infatti riecheggia ancora in questo piccolo paese mitteleuropeo, sia che si passeggi tra i boschi intorno al lago di Cerknica o fra gli eleganti palazzi di Lubiana.

Il lago di Bled è un lago di origine glaciale delle Alpi Giulie localizzato nel nord-ovest della Slovenia. La zona è una popolare destinazione turistica, e le sue acque bagnano la città di Bled.
La cosiddetta »campana dei desideri« venne fusa nel 1534 a Padova, da Francesco Patavino. Pressappoco in quel periodo al castello di Bled viveva una giovane e inconsolabile vedova. Suo marito era stato ucciso dai briganti e il suo corpo era stato gettato nel lago. Lei mise insieme tutto il suo oro e argento e fece fondere una piccola campana per la cappelletta sull'isolotto. Ma la campana non arrivò mai a destinazione. Una  violenta tempesta la fece affondare con il battello e la sua squadra. Ancora oggi, nelle notti chiare, la campana si fa sentire dalla profondità del lago. La disperata vedova dopo questo incidente vendette tutto il suo patrimonio, donò il ricavato per la nuova chiesa sull'isolotto ed entrò in un convento romano, dove visse devotamente fino alla morte. In seguito il papa consacrò una nuova campana e la fece arrivare sull'isola di Bled. A chi suona questa campana e comunica  il suo desiderio alla misericordiosa »signora del lago«, vede realizzarsi il suo desiderio. Così racconta la leggenda che comprende sia la saga internazionale sulla campana »affondata« sia  la storica nascita idealizzata della »campana dei desideri«.
6 km è il suo perimetro noi lo si è fatto a piedi!

Le grotte di San Canziano
si trovano sul Carso, a 3 km da Divaccia in Slovenia ed a 15 chilometri dal confine di Trieste.

L'eccezionale volume del canyon sotterraneo è quello che distingue le Grotte di Škocjan da altre grotte e le pone al fianco di alcuni monumenti ipogei di fama mondiale.
Nel canyon scorre il fiume Reka, che prima del ponte Cerkvenikov most svolta a nordovest e prosegue il suo cammino nel canale Hankejev kanal. Si tratta di un canale sotterraneo lungo circa 3,5 chilometri, largo da 10 a 60 metri e alto oltre 140 metri, che fu esplorato già alla fine del XIX secolo. In alcuni tratti si allarga in enormi sale sotterranee. La più grande di esse è la sala Martelova dvorana, che con il suo volume di 2,2 milioni m3 è considerata la più grande sala sotterranea finora scoperta in Slovenia e anche una delle più grandi nel mondo. È interessante che un canyon sotterraneo cosi spazioso termina con un sifone abbastanza piccolo, che in caso di forti nubifragi all'esterno della grotta non riesce a far passare l'enorme quantità dell'acqua che si riversa nella grotta, causando cosi il ristagno dell'acqua e forti inondazioni che possono superare anche i 100 metri di altezza.

Trieste
è il capoluogo della regione Friuli Venezia Giulia, nel nord-est d'Italia. Città di porto, occupa una sottile striscia di terra tra l'Adriatico e il confine sloveno, che corre lungo l'altipiano del Carso, caratterizzato da roccia calcarea. Le influenze italiane, austro-ungariche e slovene sono evidenti in tutta la città, che comprende un centro storico medievale e un quartiere neoclassico di epoca austriaca.

Trieste multietnica: Nonostante le difficoltà e la particolare storia della città abbiano messo a dura prova il multiculturalismo e la convivenza, la città conserva ancora il suo carattere multietnico, proprio di un porto di confine di un regno pluri-nazionale quale era il regno austro-ungarico, di cui Trieste era la principale via sul mare.
Trieste letteraria! Qui è nato il grande Italo Svevo che con drammatica lucidità smaschera i miti di una società alienante e canta la nevrosi, come epifenomeno di una psiche libera e libidica di una coscienza, quella di Zeno, che - lungi dal patologizzarsi - non vuole piegarsi ai conformismi esteriori.
Triestino è anche Umberto Saba cantore della melanconia del quotidiano, di Trieste, dei caffè fumosi, delle sue strade, delle donne amate e dell'eterna speranza, che il poeta sempre sa sarà frustrata, di un domani migliore.
Claudio Magris è germanista e scrittore, figlio di questa grande tradizione Triestina, Premio Strega con Microcosmi (1997).
Il Carso che maestoso domina Trieste è stato cantato da Scipio Slataper, morto proprio su quelle montagne combattendo per l'Italia durante il I conflitto mondiale.
Carpinteri e Faraguna sono una coppia affermata di penne vernacolari, racconta-storie di novelle giuliane e di una umanità "balcanica" dove convivono elementi veneti, slavi e turchi.
A Trieste ha vissuto James Joyce, fra i più grandi scrittori del novecento, amico di Svevo, qui lavorò come insegnante d'inglese.

 
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