Piccoli borghi dalle case variopinte che si affacciano tutte in fila sulla laguna, giardini fioriti e orti, un paio di ristorantini dove assaggiare la verace cucina lagunare, spiagge sabbiose frequentate solo dagli isolani, un tranquillo lungomare per le passeggiate e quaranta ettari di riserva naturale protetta: questa è l’isola di Pellestrina, sottile lingua di terra sospesa per 11 chilometri fra mare Adriatico e laguna.
La si raggiunge in motonave da Chioggia oppure da Venezia arrivando col vaporetto fino al Lido; da qui si prende l’autobus 11 fino agli Alberoni, dove il ferry-boat è pronto per traghettarlo a Santa Maria del Mare, all’estremità settentrionale di Pellestrina.
L’isola si gira a piedi, in autobus o bicicletta: è impossibile perdersi, basta seguire la strada che costeggia i Murazzi – le fortificazioni che proteggono Pellestrina dal mare – e che collega tra loro i piccoli paesi di pescatori, ortolani e merlettaie, dove il tempo sembra essersi fermato.
Qui tutti si conoscono, gli usci di casa sono quasi sempre aperti, l’aria profuma di mare e spesso di pesce alla griglia, perché gli isolani usano arrostire il pesce all'aperto, davanti alla soglia di casa, su un fornello improvvisato.
Lasciata Santa Maria del Mare, si raggiunge il porto di San Pietro in Volta, con la chiesa settecentesca, le case basse, gli orti e le vigne. Proseguendo verso sud s’incontra Portosecco, dove non è raro, passeggiando d’estate, vedere le merlettaie raccolte a far ciàcole che intrecciano i loro fuselli davanti l'uscio di casa o sedute in riva alla laguna.
Infine Pellestrina, pittoresco borgo dalle case cinque-seicentesche; i sestieri in cui è diviso (da nord a sud, Scarpa, Zennari, Vianelli e Busetti) prendono il nome dalle quattro famiglie inviate dal podestà di Chioggia a ripopolare l’isola devastata dai Genovesi nella guerra contro Venezia verso la fine del '300.
A rinforzo del versante orientale dell’isola, stanno i Murazzi, poderosi muri d’argine in pietra d’Istria, una delle più imponenti difese a mare erette nel Settecento dalla Serenissima per fronteggiare le mareggiate. La storia dei Murazzi e dell’alluvione del 1966 è raccontata attraverso ricostruzioni, foto e filmati nel piccolo Museo della Laguna Sud, ricavato nell’ex scuola Goldoni di San Pietro in Volta (visita su prenotazione). Oggi i Murazzi sono frequentati da chi ama prendere il sole in tranquillità.
Torniamo in agriturismo quasi con il buio, il sole è tramontato da poco. Giornata piena, 84 Km. nelle gambe.